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Intervista ai bolzanini Anguish Force, ci risponde il chitarrista della band Luigi “LGD” Guarino:

Siete appena usciti sul mercato discografico con un nuovo album in studio, potete presentarlo ai nostri lettori?

-Ciao! Per essere precisi, siamo usciti sul mercato con 2 album: “Created 4 Self-Destruction” il nuovo disco regolare e “RRR 1988-1997” una raccolta di pezzi inediti e quasi introvabili completamente rivisitati e riregistrati con l’attuale line-up. Il nuovo album, è senza dubbio il lavoro che ci ha portato via più tempo per la sua realizzazione, ma al tempo stesso è anche quello che ha maggiori potenzialità dal punto di vista competitivo. Finalmente abbiamo potuto starcene in studio di registrazione senza particolari pressioni e i risultati sono evidenti. Per quanto riguarda le canzoni presenti, penso che ce ne sia per tutti i Defenders, dall’Heavy Metal classico al Thrash, la varietà di generi eighties certo non manca. Inoltre, la migliore qualità della produzione rispetto al passato, ha giovato anch’essa sull’intelaiatura delle melodie delle voci e delle chitarre.

Come è nata la vostra band e quali sono le vostre origini?

-La band è nata ufficialmente solo nel 1995, dopo che per anni scrivevo tutto da solo in una sorta di solo-project che però sapevo dal principio non avrebbe portato a nulla di concreto. Io stesso, quando a cavallo tra il 1988 e il 1989 scrissi i primi riff, già sognavo di avere una vera e propria band, ma non avevo neanche i soldi per comprarmi un amplificatore e dovetti strimpellare per i primi tempi con la classica con tutti che mi dicevano che così facendo avrei solo rotto una ingente quantità di corde. Poi, per problemi vari, tra cui il servizio militare che dovetti fare tra il 1992 e il 1993, dovetti attendere per mettere su la prima formazione. Già a fine ’93 ero vicino a formare un gruppo, ma non se ne fece nulla. Poi, finalmente, nei sobborghi di Bolzano, formai gli allora “ANGUISH”.

Come è nato invece il nome della band?

-Gli ANGUISH nacquero da un’idea che ebbi col primissimo bassista della band, un germanico molto Defender, che però mi dovette abbandonare presto per motivi familiari. Ci rimasi molto male, perché era una persona simpaticissima con cui avevo instaurato un ottimo rapporto. Nel 2002, dopo aver realizzato già ben 5 Demo col gruppo, per non incappare in problemi di omonimia con altre band (oggi si contano almeno una decina di band con questo nome…) cambiai definitivamente il nome in “ANGUISH FORCE”, molto più Metal, molto più incisivo e soprattutto unico.

Ci sono delle tematiche particolari che trattate nei vostri testi o vi ispirate alla quotidianità in genere? Che peso hanno di conseguenza i testi nella vostra musica?

-Mi è sempre piaciuto parlare di sciagure e argomenti scomodi nei miei testi, anche se bisogna stare attenti, che subito si passa per il voler fare della propaganda politica e questo proprio non mi interessa, lo lascio ad altri. Quindi, dal precedente album in poi, abbiamo cominciato a fare dei concept. “Invincibile Imperivm Italicvm” parlava della Roma Imperiale, mentre “Created 4 Self-Destruction” parla della fine del mondo. Lo stile delle canzoni credo si abbini bene alle singole tematiche trattate e nelle melodie c’è sempre un lato molto malinconico. Gli stessi testi, che a prima vista potrebbero sembrare delle semplici descrizioni di massacri ed epidemie, nascondono quasi sempre un doppio senso e un lato riflessivo, su cui bisognerebbe approfondirne il senso.

Quali sono gli elementi della vostra musica che possono incuriosire un vostro potenziale ascoltatore e quali sono quindi le qualità principali del vostro nuovo album?

-Per quanto mi riguarda, mi stanno bene i testi profondi e la tecnica con tutti i suoi annessi e connessi, ma se non hai delle melodie accattivanti, è inutile che ti sforzi di scrivere una canzone. Ormai, trovare dei dischi suonati male è praticamente impossibile, ma su un intero album, quante canzoni sono alla fine realmente degne di nota? Chi fino ad ora ci ha apprezzati, lo ha fatto unicamente per la genuinità delle canzoni, delle melodie e del riffing profondamente ‘80s. In un nostro disco, senza falsa modestia, posso dire che ci sia molta varietà e qualità dal punto di vista strettamente creativo. Per farti un esempio, il complimento che apprezzo di più è quando qualcuno mi dice: “Non mi piace il Metal, ma il vostro disco mi piace tanto”. Questo dimostra che una mente non proprio aperta alle sonorità pesanti, non ha potuto sottrarsi dall’ammettere che qualcosa di questo genere potesse piacergli e questo perché qualcosa di buono nei nostri album ci dovrà pur essere.

Come nasce un vostro pezzo?

-Nel 99% dei casi, ad un orario che può collocarsi dalle 00.1 alle 23.59, vengo colto da Metallite acuta e imbraccio la prima chitarra che mi capita tra le mani e comincio a suonare davanti al PC abbozzando un testo. Successivamente porto il suddetto testo in sala prove, faccio sentire la melodia al cantante (che ne approfitta per controllare la grammatica dell’inglese…) e ognuno poi ci mette un po’ del suo per completare il pezzo. Questo tipo di lavoro lo puoi fare quando hai intorno delle persone che la pensano esattamente come te sulla musica e di cui sai ti puoi fidare. Mi piacciono i componenti della band e non li sostituirei con altri, né come musicisti, né come amici.

Quale è il brano di questo nuovo disco al quale vi sentite particolarmente legati sia da un punto di vista tecnico che emozionale?

-Bella domanda. Ognuno nella band ha le sue diverse preferenze e questo è un segno che non puntiamo solo una canzone, ma sull’integrità dell’intero prodotto. Credo che comunque “Cry, Gaia cry” della quale abbiamo anche girato un videoclip, sia la tipica hit con tanto di cavalcate e melodie accattivanti che reputo più adatta per un eventuale posto in una fantomatica classifica. A me personalmente piace molto la potenza della title-track e di “Apocalypse is near” ma sono straconvinto del potenziale di ogni singola traccia presente sull’album. Questo è confermato anche dal fatto che la canzone che consideravamo più “rischiosa” perché temevamo troppo lunga e prolissa, cioè “Hkcainos “Cassandra’s Reign” una suite di oltre 16 minuti è quella che una grande quantità di pubblico continua a osannare.

Quali band hanno influenzato maggiormente il vostro sound?

-A partire dagli AC/DC, direi tutte le band Hard/Heavy/Thrash degli anni ’70 e ’80. Direi che tutto ciò è riscontrabile nelle nostre canzoni. Infatti suoniamo in maniera disinvolta sia pezzi di Heavy Metal classico che canzoni Speed/Thrash. Questo non renderà certo facile etichettarci in un solo genere, ma allo stesso tempo ci tiene ancora più alla larga dalle mode del momento. Comunque, per fare solo alcuni nomi, il nostro stile deve moltissimo molto ai colossi degli eighties quali Iron Maiden, Judas Priest, Malmsteen, Krokus, Metallica, Slayer, Annihilator ecc.

Quali sono le vostre mosse future? Potete anticiparci qualcosa? Come pensate di promuovere il vostro ultimo album, ci sarà un tour con delle date live?

-Al momento stiamo cercando un batterista fisso da piazzare in pianta stabile al posto del solito turnista. Subito dopo prepareremo una bella set list e pianificheremo le registrazioni del quinto album, che fra l’altro è stato già scritto da un pezzo e pronto per essere inciso. Per quanto riguarda la promozione di “Created…” per fortuna, ancora prima che uscisse, avevamo già suonato dal vivo tanti dei suoi pezzi e alcune di queste canzoni rimarranno in pianta stabile anche nelle nostre scalette future. Stesso discorso vale per “RRR…” che per noi ha un valore molto particolare. Detto questo, appena la formazione si sarà completamente stabilizzata, potremo finalmente aderire ad alcuni live dei quali ci hanno fatto richiesta e non è esclusa la nostra partecipazione a qualche mini tour. Chi non riesce ad aspettare, può gustarsi intanto i nostri due nuovi videoclip.

E’ in programma l’uscita di un album dal vivo o magari di un DVD?

-Guarda, abbiamo tanta voglia di fare e l’idea di registrare un album dal vivo prima o poi si concretizzerà e forse faremo le cose in grande con un doppio CD. Abbiamo tantissime canzoni, vecchie e nuove e ognuno della band vuole mettere le sue preferite. Sarà un’impresa trovare la soluzione che farà tutti felici ed è proprio per questo che se uscirà, con buona probabilità sarà un doppio, oppure un disco singolo di lunga durata. Per quanto riguarda l’idea di fare un DVD, abbiamo parlato anche di quello. Sarebbe bello poter uscire fra l’anno prossimo e quello successivo, con una raccolta di videoclip ufficiali e non, con tanti extra, tra cui vecchie interviste e apparizioni TV della band. E’ ancora tutto da decidere e organizzare, compresa l’idea di riregistrare una seconda raccolta di inediti e demo dal titolo “RRR 1998-2002” per completare il cerchio. Tutto dunque da pianificare ma che prima o poi vedrà la luce. Al momento la priorità rimane la scelta del nuovo drummer e la registrazione del prossimo studio album.

Come giudicate la scena musicale italiana e quali problematiche riscontrate come band?

-Ormai non è più un segreto che in Italia ci sia una realtà Metallica di un certo livello, tra vecchie ed inossidabili glorie e giovani promesse piene di personalità e di tutto rispetto. Per l’Heavy Metal, nel nostro bel paese, non c’è ancora qualcuno disposto a investire cifre da capogiro pari a quelle che vengono spese all’estero e quindi è tutto in salita, ma l’underground è così vasto, ormai, che prima o poi il grande pubblico si accorgerà di tutti noi. Bisogna comunque ringraziare gente come il nostro boss Giuliano Mazzardi della My Graveyard Productions per tutto quello che sta facendo per questa musica. Probabilmente, solo fra qualche anno tutti ci renderemo conto realmente di quanto ha fatto e sta facendo per il Metal made in Italy. Noi, comunque, essendo di Bolzano e quindi molto vicini all’Austria e alla Germania, abbiamo la fortuna di essere sì italiani, ma anche di avere un po’ più accesso negli ambienti tedeschi, solitamente molto ben disposti verso sonorità Heavy.

Internet vi ha danneggiato o vi ha dato una mano come band?

-Internet credo possa danneggiarti solo se sei molto famoso, perché tutti già ti conoscono e si possono scaricare la tua musica. Nel nostro caso, Myspace in primis, ci ha dato molta popolarità e ci ha aperto a la strada a tanti contatti. E’ chiaro che comunque preferirei che la musica fosse reperibile solo sotto forma di supporto e in formato originale, anche per mantenere una certa tradizione. In questo modo ci sarebbero più soldi nel music-businness e si potrebbe investire qualcosa in più sui cosiddetti gruppi “minori”.

Il genere che suonate quanto valorizza il vostro talento di musicisti?

-Questa è l’ultima cosa che ci interessa, lasciamo questi pensieri ai gruppi progressive. Da un punto di vista prettamente tecnico, credo che siamo dei musicisti di livello normale ma con una grande aggressività sul palco. Se a questo aggiungi un repertorio che ben si presta ad essere suonato dal vivo, allora posso dirti garantirti degli show molto accesi, con magari qualche piccola sbavatura ogni tanto che rende il tutto molto reale.

C’è un musicista con il quale vorreste collaborare un giorno?

-Il mio sogno sarebbe quello di avere Sua Maestà Yngwie Malmsteen che suona un assolo su una nostra canzone, ma mi rendo conto che la cosa non è di facile realizzazione. Comunque, abbiamo già avuto ospiti illustri di band locali e sono sicuro che in futuro potremo collaborare con qualche nome un po’ più noto del panorama europeo. Per ora si tratta solo di contatti e non voglio anticipare nulla.

Siamo arrivati alla conclusione. Vi va di lasciare un messaggio ai nostri lettori?

-Se siete dei veri Defenders, “Created 4 Self-Destruction” è l’album che fa per voi. Andate sul nostro Myspace per farvi un’idea sulla nostra musica. Metal forever!!! Ciao a tutti, LGD.

Intervista a cura di Maurizio Mazzarella